Poggioreale



La storia insegna che tutto quello che è stato costruito può essere distrutto, a volte per sempre...
E' il destino che ha accomunato Poggioreale a molte altre città travolte dalla furia della natura, come Pompei o Alessandria d'Egitto.



Nella notte fra il 14 e il 15 gennaio del 1968, la furia della natura si scatenò su questa cittadina del Belice, nella forma di un terremoto di magnitudo 6,4 della scala Richter che rase al suolo anche la poco distante Gibellina.
Fortunatamente le perdite in vite umane furono pochissime, ma i danni subiti dal paese vennero giudicati irrecuperabili.


Questo portò all'abbandono di Poggioreale da parte degli abitanti. Ma i danni che sono visibili oggi non sono stati provocati solo dal terremoto. Anni di abbandono e di continui saccheggi hanno aggravato di molto il disfacimento del vecchio borgo. Ne è testimonianza il recente crollo del campanile della chiesa.



Durante le nostre riprese, abbiamo potuto parlare con vari abitanti del luogo, che concordano nel dire che si sarebbe dovuto fare di più per conservare il paese, al quale sono ancora profondamente legati.



Ma purtroppo le risorse sono sempre state insufficienti per realizzare un vero restauro conservativo. E il borgo, nonostante le macerie siano state sgomberate e le strade siano libere dalle erbacce, continua a disfarsi sotto l'azione del tempo.


Speriamo il nostro documentario riuscirà a sensibilizzare l'opinione pubblica sulla situazione di Poggioreale, un paese che ha bisogno di aiuto perchè si possa continuare ad ammirare la sua bellezza ferita ma ancora viva.

Poggioreale - La nuova Pompei





Intervento di Giorgia Butera, che ha partecipato come producer sul posto:

“Ad un certo punto ti ritrovi davanti un cancello, una chiave ti viene consegnata ed apri la città. Pare che il tempo si sia fermato a quella notte; nulla è stato rimosso.
Dove stai per entrare lo scoprirai subito, non ti rendi conto in che anno ti trovi esattamente; sei nel 2010 ma credi che non sia passata una sola notte dal Terremoto del Belice, il violento evento sismico, di magnitudo 6,4° della scala Richter, che nella notte tra il 14 e il 15 gennaio 1968 colpì una vasta area della Sicilia occidentale compresa tra la Provincia di Agrigento, quella di Trapani e quella di Palermo.
Vedi delle ruspe al lavoro perché il campanile è appena venuto giù.
Scenario di incantevole distruzione e già set cinematografico; alcune scene di Malena di Tornatore sono state girate proprio lì.
Poggioreale è ciò che appare, ma non sembra. Un luogo apocalittico.
Vai lì, col buio della notte e, nessun tetto copre quei pezzi di case rimaste, un cielo stellato la fa da padrone.
Non siamo abituati a filmare raccontando posti così, tutto è facile, qui è tutta una suggestione in sequenza.
Non cambiatelo, perderebbe il suo fascino, è la storia che si racconta da sé attraverso le sue macerie; ormai è un museo vivo. Occupatevi della messa in sicurezza, non di più.
L’audiovisivo in sé è elettrizzante per il suo essere insieme industria culturale; nato dalla commistione d'economia e tecnologia, storia, cultura, fantasia e creatività.
Le Ghost Town sono dei documentari visivi narrativi.
Ogni filmato, ogni fotogramma è un prodotto sociale che nasce da un confronto di idee, da una cultura, da variegate forme di interazione fra individui, gruppi, classi sociali.
Io, ritengo il linguaggio dell’audiovisivo un grande catalizzatore perché produttore di fascino. E’ il sogno in movimento che si standardizza nel tempo.
Poggioreale è una Ghost Town spettrale, stregata, misteriosa, avvolta da leggende che nutrono l’immaginario collettivo e la fanno sopravvivere nel ricordo!

Giorgia Butera

Castelnuovo dei Sabbioni, il paese della memoria


Castelnuovo dei Sabbioni è un paesino della provincia di Arezzo, situato curiosamente in un punto che si trova a 33km da Arezzo, a 33km da Siena e a 33km da Firenze. La sua storia è legata a quella della sua miniera di lignite, che serviva per alimentare la vicina centrale elettrica. Negli anni, gli scavi della miniera hanno portato ad un progressivo ed inesorabile disfacimento del suolo sottostante la collina su cui è costruto il paese, e a metà degli anni '60 a causa delle continue frane, il borgo è stato definitivamente sgomberato.


Oggi 3 quarti di Castelnuovo dei Sabbioni sono spariti. Inghiottiti dalla miniera che dava lavoro a tutti i suoi abitanti e che è rimasta attiva fino al 1994. Ciò che rimane è il centro del paese, la piazza principale che il 4 luglio del 1944 è stata teatro di un tremendo eccidio nazista. Quel giorno, 75 uomini vennero barbaramente trucidati dalle truppe delle SS, entrate nel paese col preciso scopo di compiere una carneficina per rappresaglia. Lo stesso destino che accomunò molti altri paesi dei dintorni, in quella tragica estate del 1944.


Ma nonostante questo paese ormai abbandonato sia legato a ricordi tragici e sia rimasto vittima del loro stesso lavoro, i suoi abitanti continuano a portarne avanti la memoria, con affetto, con nostalgia e con la volontà di far conoscere a tutti la loro storia.