Bodie, California, USA


Una breve divagazione su una affascinante ghost town americana. Si tratta di Bodie, un'antica città mineraria situata su un altopiano a est della Sierra Nevada, non lontano dalla Death Valley, in California.


Bodie nacque come città mineraria in seguito alla scoperta di un filone di oro nel 1859. Il suo nome deriva da W. L. Bodey, uno degli scopritori dell'oro che morì in una bufera nelle vicinanze.


Per circa 15 anni rimase un piccolo accampamento, ma nel 1876 venne scoperto un altro grande giacimento di minerali contenenti oro, e la città conobbe un incredibile boom economico.


Nel 1879, la sua popolazione era di quasi 7000 persone, e c'erano più di 2000 edifici. Contava più abitanti di San Francisco!


I profitti ricavati dalla miniera d'oro tra il 1877 e il 1880 ammontarono a circa 34 milioni di dollari di allora, una cifra incredibile, che portò Bodie ad essere la seconda città più importante della California.


Bodie, al massimo della sua espansione, contava qualcosa come 65 saloon lungo la via principale, Main Street, che era lunga 1 miglio. Baruffe, rapine, sparatorie e assalti alle diligenze erano all'ordine del giorno.

Al limite nord della città c'era anche un fiorente distretto a luci rosse, e vuole la leggenda che una prostituta di nome Rosa May divenne una vera eroina della città per le cure portate agli ammalati durante un'epidemia. Ma nonostante questo alla sua morte venne seppellita fuori dal cimitero cittadino, in quanto considerata una peccatrice.


Bodie aveva anche una China Town, la cui via principale era perpendicolare a Main Street e che contava diverse centinaia di abitanti cinesi. In questo quartiere erano molto diffuse le fumerie di oppio.


I lingotti d'oro prodotti a Bodie, venivano solitamente spediti a Carson City, in Nevada, e a San Francisco. Il viaggio era piuttosto pericoloso per via dei banditi e c'erano sempre scorte armate a proteggere l'oro.


La lunghezza dei viaggi, i continui furti e la paga dei mercenari di scorta alle carovane, limitavano però i profitti della miniera di Bodie.


La scoperta di altri giacimenti d'oro in luoghi meno impervi e più accessibili, come lo Utah, Tombstone, in Arizona e Butte, in Montana, portò i minatori e le aziende che investivano nell'oro lontano da Bodie.


Negli anni 80 dell'800, Bodie cominciò quindi a spopolarsi gradualmente, con i cercatori d'oro che lasciavano la città , la quale divenne meno malfamata e più orientata alle famiglie. Ne è testimonianza la chiesa metodista costurita nel 1882 e tutt'oggi in piedi.


Il declino della città proseguì nonostante la costruzione di una ferrovia e delle nuove miniere, tecnologicamente più avanzate, che consentivano di rendere l'estrazione dell'oro più redditizia.


Nel 1915 Bodie era già una città disabitata, nonostante le nuove miniere abbiano continuato a funzionare fino al 1942, quando, per via della seconda guerra mondiale, buona parte delle aziende che operavano in settori come l'estrazione dell'oro vennero riconvertite in produttori di armi e rifornimenti.


Oggi Bodie è un Parco Statale, un'area protetta e conservata. Le case vengono tenute in uno stato di "fatiscenza controllata", l'intera città è stata messa in sicurezza e tutto viene tenuto pulito ed in ordine.


Lo stato in cui viene tenuta la città contribuisce non poco a darle un fascino tutto particolare. Sembra di trovarsi in una città del mitico Far West dei film di Sergio Leone, piuttosto che in un luogo reale. Tutto a Bodie ha un'aura irreale e si respira un'atmosfera davvero unica, tantopiù che è stata spesso sfruttata come set cinematografico.


Questa città sospesa nel tempo, oggi viene visitata da più di 200.000 turisti all'anno, con un considerevole profitto per l'ente dei parchi statunitense. Ci auguriamo che possa diventare un esempio di come poter recuperare e valorizzare le nostre ghost town in Italia.


Tutte le foto sono state scattate da Chiara Salvadori, regista di Ghost Town, nel 2008.

Romagnano al Monte.

Una vertiginosa ghost town arroccata in cima ad un costone, nell'entroterra Campano.



Abbandonato nel 1980 a causa del terremoto dell'Irpinia, Romagnano al Monte attende ancora oggi una ricostruzione che non è mai avvenuta.


Ormai il degrado del vecchio centro abitato sembra irrecuperabile, ma la popolazione, che non vive più lì, continua ad essere affezionata al suo antico paese, che per loro continua ad essere vivo e pieno di storie e di ricordi.


La costruzione di nuovi palazzi poco prima del terremoto testimonia ancor più come Romagnano fosse un paese vivo e come la catastrofe sia arrivata improvvisa a sconvolgere la vita degli abitanti.


L'abbandono è avvenuto in fretta e furia, e il borgo è come congelato in un preciso istante del tempo.


Camminando per le strette strade di Romagnano si possono ancora cogliere i segni di una vita quotidiana interrotta di colpo.


L'auspicio di chi un tempo ci abitava, è che Romagnano possa essere recuperato e messo in sicurezza, magari attrezzato per il turismo.


Come già è avvenuto, sempre in Campania, per Roscigno Vecchia e San Severino di Centola, ora apprezzate mete turistiche.