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<<Non esiste il benché minimo indizio che faccia pensare che l'energia nucleare diverrà mai accessibile.>> (Albert Einstein)
In questi giorni di apprensione per un possibile disastro alla centrale nucleare di Fukushima, in Giappone, si sta molto parlando di nucleare e nel mondo sono in molti a domandarsi se continuare o meno ad utilizzare questa pericolosa fonte di energia. Dagli errori del passato a quanto pare sembra che non si riesca ad imparare nulla e tuttavia sappiamo tutti bene la storia di quel luogo che nel 1986 conobbe uno dei più grandi disastri della storia dell'umanità... A malapena si conosce il suo nome perché da molti è conosciuta semplicemente come Chernobyl, ma intorno a quella tristemente nota centrale c'era una grande città che ora altro non è che una città fantasma: Pripyat.
Pripyat sorgeva in Ucraina, vicino al confine nord bielorusso, a circa 110 km dalla capitale Kiev. La costruzione della città cominciò il 4 febbraio del 1970 per ospitare i lavoratori ed i costruttori della centrale nucleare e le loro famiglie. Negli anni successivi si insediarono anche altre persone e la popolazione crebbe notevolmente fino a raggiungere circa 47.000 abitanti. Pripyat era una città moderna e funzionale e poteva contare due ospedali, un centro commerciale, due hotel, numerosi bar e ristoranti, cinema, teatri e un centro polifunzionale che si trovava nella piazza centrale e che possedeva una piscina coperta rimasta incredibilmente attiva fino al 2000.
Pripyat oggi |
Il 26 aprile del 1986 per Pripyat fu l'inizio della fine...
Alle ore 1:23:45, nel corso di un test "di sicurezza", furono violate paradossalmente tutte le regole di sicurezza, portando il reattore numero 4 ad un aumento incontrollato della potenza. Nel nocciolo del reattore si portò la scissione dell'acqua di refrigerazione in idrogeno ed ossigeno a così elevate pressioni da provocare la rottura delle barre di raffreddamento. Il contatto dell'idrogeno e della grafite incandescente con l'aria innescò una fortissima esplosione e lo scoperchiamento del reattore. Le conseguenze furono catastrofiche: una nube di materiali radioattivi fuoriuscì dal reattore e ricadde su vaste aeree intorno alla centrale contaminandole pesantemente. Nubi radioattive raggiunsero anche l'Europa orientale e la Scandinavia, e arrivarono persino in talia, in Francia, in Germania, in Svizzera, in Austria, nei Balcani e in porzioni della costa orientale del Nord America. Pripyat fu evacuata solo 36 ore dopo: vennero portate via con la forza 45.000 persone e nei giorni successivi altre 130.000 dovettero lasciare le proprie case in un raggio di 30 km. Nessuno era realmente conscio di ciò che stava accadendo. La notte dell'esplosione decine di persone rimasero persino ad ammirare la luce scintillante sopra il reattore. La morte a volte sa dare spettacolo...
L'incidente di Chernobyl è stato classificato di livello 7, il più alto nella scala INES, e liberò una radioattività 100 volte superiore a quella delle bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki nel 1945. Il rapporto ufficiale stila un bilancio di 65 morti accertati e altri 4.000 presunti per tumori e leucemie in un arco di 80 anni. Tuttavia questo bilancio è stato pesantemente contestato. Greenpeace presenta una stima di 6.000.000 di decessi su scala mondiale nel corso di 70 anni! Le radiazioni rimarranno nell'area per circa 48.000 anni e gli uomini potranno tornare a viverci fra circa 600 anni. Ma la realtà dei fatti è che le conseguenze di questo disastro non saranno mai accertate e il numero esatto di coloro che rischiano di sviluppare condizioni mediche gravi non sarà noto fino al 2016, se non dopo. La cosa certa è che il sarcofago di cemento che fu costruito per contenere il nocciolo non è permanente e duraturo e il suo deterioramento, nonostante i continui lavori di manutenzione, è ormai evidente.
Il giorno del disastro |
La centrale oggi |
Pripyat oggi è la più grande e spettrale ghost town del mondo. Nelle case e per le strade è ancora possibile trovare arredi, automobili, fotografie, elettrodomestici, giocattoli, affetti personali di abitanti che erano stati informati che sarebbero tornati dopo sole tre settimane e invece non videro mai più la propria casa. Nonostante i divieti vi sono tuttavia ancora circa quattrocento persone che sono tornate a vivere nelle loro case, si cibano dei prodotti della terra e bevono acqua dai torrenti altamente contaminati. I veicoli militari utilizzati per i soccorsi giacciono in un'enorme discarica a cielo aperto, accantonati nel 1986 a causa dell'elevato quantitativo di radiazioni. Per accedere all'area sono richiesti dei permessi speciali e per uscire bisogna prima sottoporsi a un controllo che, se non viene superato, costringe a esporsi ad una doccia contro le radiazioni. Molte strutture non sono sicure oppure hanno una concentrazione di radiazioni troppo elevata per essere visitate. Se stare all'aria aperta è relativamente sicuro, addentrarsi negli edifici può essere davvero pericoloso. La zona più radioattiva della città è il parco giochi allestito per i festeggiamenti del primo maggio, essendo esposto direttamente verso la centrale e perchè il giorno del disastro il vento portò qui le prime particelle radioattive. In particolare la ruota panoramica presenta una concentrazione elevatissima di radiazioni. Alle spalle del parco giochi c'era una foresta i cui alberi morirono totalmente in pochissimi giorni e che venne soprannominata la "foresta rossa" a causa del cambiamento di colore che subì per effetto delle radiazioni. Se per gli uomini Pripyat è diventata un inferno non lo è però per la fauna e la flora che hanno proliferato in modo smisurato, tanto da essere studiatie per sviluppare ipotesi su come sarebbe la Terra se non ci fosse l'uomo.
Pripyat è il simbolo di quanto possa essere disastroso e tragico il nucleare, ma è anche l'esempio di una nuova forma di turismo avventuroso ed estremo, tanto da essere messo da Forbes in testa ai luoghi più esotici per trascorrere una vacanza... Infatti, nonostante tutto, Pripyat può essere visitata per un giorno tramite visite guidate organizzate dal sito web della città. Non ci si può fermare a lungo però altrimenti si rischia di rimanere contaminati.
Il disastro di Chernobyl è il sinonimo del lato oscuro della vita moderna e di come la tecnologia possa pericolosamente fallire con conseguenze catastrofiche. Gli agenti radioattivi sono incolori e inodori, ma letali. Sono assassini invisibili e silenziosi che uccidono lentamente e per generazioni a venire...
<<Uno spirito può essere diverso a seconda di una persona, costruisce secondo quello che era. Per questo, succhiandolo per accrescere il proprio potere e il dominio sulle cose, l'essenza presa da chi si uccide rispecchia il suo essere. La sete di potere guarda solo il potere che si può conquistare, senza pensare ad altro. Ma se si fa entrare nel proprio sangue uno spirito troppo potente, esso assume le caratteristiche di un'energia devastante, che da lunga vita, ma che consuma lentamente. Un'energia simile a quella nucleare, che brucia nel fuoco, scende nella pioggia, dall'essere di una persona diventa avere per tutto, e in questo caso mutare significa morire.>> (Anonimo)
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